Torno da una settimana – ritagliata dalle ferie estive – di lavoro volontario al Meeting di Rimini con il desiderio di fare qualcosa in più per la pace.
La cosa più semplice è rilanciare le storie, le parole, i volti che ho visto e sentito e che mi sono sembrati significativi. In queste storie non troverai chi dice “pace” ma in realtà pensa “sottomissione”. Parlerò di persone che vanno incontro all’altro perché hanno capito che la guerra inizia nel cuore degli uomini.
Inizio con una straordinaria storia di due madri, una palestinese ed una israeliana, che si parlano e si ascoltano. Continuerò con una storia al mese.
Settembre: madri per la pace
In una Terrasanta lacerata dalla più lunga e devastante guerra della sua storia recente, ci sono madri che non hanno gli occhi accecati dalla vendetta e riescono a trasformare il dolore della perdita di un figlio nel conflitto, in un cammino di riconciliazione. In nome del futuro delle giovani generazioni israeliane e palestinesi. Una testimonianza virtuosa che indica come sia decisivo nella mediazione del conflitto israeliano e palestinese il ruolo delle madri e delle donne. Lo dimostra anche la storia di suor Aziza Kidane, per 12 anni in Terrasanta al servizio dei più poveri, infaticabile costruttrice di ponti tra israeliani e palestinesi.
Con la partecipazione di Layla al-Sheik, madre musulmana di Betlemme che ha perso un figlio piccolo, Qusay, nella seconda Intifada ed Elana Kaminka, israeliana, madre di Yannai, soldato ucciso il 7 ottobre 2023.
Nell’articolo potrai leggere il testo dell’incontro o riguardare la registrazione in streaming.
Foto: Aaron Burden – Pexels.